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Che c'è di nuovo nelle Terre di Avalon?

I testi selezionati – 23 maggio
Carissimi autori, stiamo inviando da oggi, a quelli di voi che hanno superato la prima selezione, un’email che li avvisa della bella notizia. Contiamo, entro fine mese, di avvisare tutti. Controllate anche la cartella SPAM.
A chi non ha superato questa prima selezione, abbiamo già detto nel post precedente. Ci dispiace, davvero, ma una selezione andava fatta.
Ora i selezionati possono scegliere se proseguire, versando la quota di partecipazione, cioè l’Obolo di Avalon, o fermarsi, accontentandosi di essere stati tra i selezionati. È tutto spegato nella email che i selezionati riceveranno. Comunque, anche solo “selezionati”, ci pare già un bel risultato.
Ci sono arrivate circa trecento iscrizioni, ma i selezionati non credo arrivino a un terzo, tra tutte le categorie.
Come mai solo un terzo? Soprattutto brutta scrittura, poi trame inconsistenti, infine scarsa innovazione, questi i peccati più evidenti. Dove per brutta scrittura s’intende: errori di grammatica, di lessico, di stile. Per trama inconsistente: storie che non sono storie, cioè manca lo stimolo a proseguire nella lettura, manca l’impianto drammaturgico, quel minimo che desti interesse. Per scarsa innovazione s’intende il “deja vu”, cioè trame e personaggi che scimmiottano banalmente altre conosciute trame e atmosfere.
La prima regola di un autore è farsi leggere, cioè destare l’interesse del lettore, poi mantenere quell’interesse, poi emozionarlo, il lettore. Se si è bravi, anche lasciargli qualcosa.
Chi scrive, racconta qualcosa a qualcuno, da sempre, e non va mai dimenticato quel qualcuno, e quel qualcosa.
Certo, il talento aiuta, ma l’esercizio e la scuola, e l’autocritica, imprescindibili. E leggere leggere leggere.
A presto, sempre su questo sito, per le prossime notizie.
Degli esclusi – 3 maggio
Dobbiamo innanzitutto ringraziare tutti i partecipanti a questa edizione del Premio Avalon.
Il nostro Comitato di Lettura già da gennaio si sta leggendo attentamente tutti i testi arrivati, e sono tanti.
È un lavoro per certi versi piacevole – si entra in tanti mondi diversi – ma anche impegnativo, perchè richiede quell’attenzione e responsabilità che porti alla prima selezione.
Infatti, non va mai dimenticato, questo è un Premio, un concorso, che comporta una selezione e una classifica, e selezionare significa implicitamente “escludere”.
Questa è la parte negativa, che non ci piace, ma necessaria, di ogni concorso: escludere.
Escludere significa colpire, in qualche modo, un autore, una persona, nella sua parte più segreta, nella sua anima poetica/creativa. Escludere ore e ore passate a scrivere, a sognare, persino a soprendersi di essere capaci di “creare” mondi e personaggi.
Ecco, vorrei dire agli esclusi, che non è stato perchè il loro lavoro non avesse valore, ma che, per chi leggeva, in questa giuria, semplicemente il testo di altri aveva qualcosa che valeva di più. E che una classifica, in un concorso, VA fatta, per definizione.
Che si giudica? Trama, personaggi, dialoghi, ambientazioni, stile, innovazione, cercando di utilizzare parametri oggettivi, ma non trascurando la soggettività/sensibilità del singolo lettore.
Gli esclusi, quindi, siano orgogliosi sempre del proprio lavoro, e magari rileggano (ci sono spesso errori di grammatica, di lessico, di trama, di dialogo, di stile, ecc), poi lascino passare un paio di mesi e rileggano ancora; intanto leggano sempre i racconti e i romanzi degli autori affermati, cerchino di capirne la struttura, lo stile, ecc. Rubino il mestiere, insomma, come si è sempre fatto nelle botteghe degli artisti in tutte le epoche. E poi riprovino, altri concorsi, altre giurie.
Chi non legge, e molto, meglio se analiticamente, non sa usare la scrittura per raccontare.
Infine, anche se l’importante è, sì, confrontarsi con gli altri nei concorsi e in ogni occasione, ancor più importante è quel rapporto speciale, personale e unico, tra sé e sé nel momento magico della scrittura.
Già quello è un premio, IL premio. O no?
Dei premi e concorsi – 7 aprile
Poco più di tre settimane alla scadenza del bando.
Goccia a goccia i testi, timidi, arrivano. Non una cascata, ma goccia a goccia. D’altronde di premi e concorsi ce ne sono a iosa, ben più blasonati di noi. Quindi non ci lamentiamo. Osserviamo, cerchiamo di capire.
Perchè iscriversi a un concorso? Per esistere, sarebbe la prima risposta. Per uscire da quel bozzolo sospeso, privato, nel quale si è compiuta la scrittura, che è pur sempre un urlo: ascoltate le mie parole. Il mio sogno concretizzato.
C’è differenza tra il borbottare tra sé, in una solitudine necessaria, e dialogare con i lettori. S’impara, in questo, la traiettoria del proprio dire (scrivere), del raccontare fole attorno al fuoco; in fondo nel riconoscersi tra umani.
La parte più interessante nell’istituire un premio, è il poter leggere molti e molti che scrivono. Conoscerli attraverso il loro pensiero, le incertezze, gli errori, le ingenuità, nel silenzio della lettura. È come essere a un’assemblea, un rito, con le voci, le storie, che ognuno porta con sé. Un’immagine che ricorda “Farenheit 451”, di Bradbury. Da leggere, se non si è letto.
Così si scopre, in fondo, che leggere tutti questi romanzi, e racconti, e il resto, è partecipare a tutte quelle vite, arricchendo la propria. Grazie.
900.000 caratteri, sono un buona cosa? – 14 marzo
Manca un mese e mezzo alla scadenza del Bando.
I nostri amici del Comitato Lettura sono già all’opera, e non fanno trapelare ancora nulla.
Qualcuno ci ha scritto per chiederci se un romanzo da 900.000 caratteri potesse essere accettato.
900.000 caratteri?? Guerra e pace? Dumas? Abbiamo risposto che no, non poteva essere accettato.
Un volume ponderoso è meglio di un romanzo striminzito?
Ci sono romanzi eccellenti che non superano le cento pagine, e che tanto sono buoni da volerne ancora (marketing). La bulimia nella scrittura può significare logorrea, con lo stesso risultato. Raro, rarissimo, trovare un romanzone affascinante, che è comunque frutto di eccellente editing.
Uno scrittore emoergente, esordiente, fate voi, che presenti un romanzo da 900.000 caratteri, ebbene: ha riletto? È necessaria ogni parte? Cioè: ogni elemento è necessario a portare avanti la storia, o è solo frutto di soliloqui autoriali?
Bisogna stare ben attenti ai libri ponderosi, che non siano orgoglio d’autore “vedi un po’ quanto riesco a scrivere”; o peggio, di non saper “scegliere”, “dirigere” la trama e le sue componenti. Si hanno da tenere a mente i film, il montaggio, la durata. Tenere a mente l’oggi, la velocità alla quale ci si sta ormai abituando.
Tenere a mente il lettore, i suoi tempi, il suo livello di attenzione e di interesse.
Si scrive per mesi, ma si legge in ore. È da tenere a mente anche questo.
300/400.000 caratteri sono una buona lunghezza, anche per i costi di produzione e di vendita.
Hai un super romanzo? Forse è il caso di suddivederlo in più libri: se piacerà il primo, i seguenti andranno a ruba.
I romanzi “industriali” da 1.000 pagine, di certi editori americani, sono il frutto di più mani, di montaggio editoriale come un film, e fatti appositamente per un pubblico che compra a chilo, che valuta cioè quanto compro per tot dollari.
La qualità, l’emozione, è altra cosa.
Primi arrivi ad Avalon – 7 febbraio
Stanno arrivando, con gran calma, racconti e romanzi.
I più sono racconti, poi i romanzi. Certo, è meno impegnativo scrivere un racconto che un romanzo, ma non meno difficile, anzi. Leggetevi i 49 Racconti, di Hemingway, o anche Carver, per scoprire il livello di perfezione che può raggiungere la narrativa breve. Non è detto che “lungo” equivalga a qualità: spesso è solo mancanza di editing, di decidere che realmente “serva” alla narrazione, e quanto non serva e renda pesante la lettura. Scrivere, ma ancor più l’editing, è anche questione di “montaggio”, riferendoci al montaggio cinematografico.
Dobbiamo ringraziare tutti gli auotori che hanno già inviato i loro testi, e speriamo che prima della scadenza, che ricordiamo è fissata per il 30 aprile -praticamente dopo domani – altri autori si facciano avanti con le loro opere.
Accettiamo anche testi editi, spesso, abbiamo notato, con piccoli e piccolissimi editori. Ecco che i premi in palio, cioè strumenti per la promozione, divengono molto importanti. Chi ha già provato a pubblicare, quando ci riesce, si accorge subito che lo scoglio dirimente è proprio la promozione, e, nella promozione, il costo degli strumenti necessari e adatti ai canalli social. Dove i canai social sono i principali canali di promozione.
Per strumenti intendiamo i booktrailer, cioè brevi spot promozionali sul proprio libro, e l’indispensabile sito internet che ognuno dovrebbe avere per farsi conoscere.
La promozione (la prubblicità) per vendere/propagare il proprio lavoro, è irrinunciaile.
Quindi su, fatevi coraggio, e inviate il vostro lavoro, non aspettate gli ultimi giorni! Qui il nostro Comitato di Lettura è già al lavoro.
Alltra raccomandazione: leggete il regolamento prima di chiedere ulteriori informazioni, lì c’è giù scritto tutto.
Infine, entro marzo cominceremo ad inviare, ai prescelti, la comunicazione di avvenuta selezione da parte del Comitato di Lettura. A presto per le novtà…